Lo specchio antico della mia camera
segreta rimanda un’immagine sconosciuta,
scomposta in minuscoli frammenti.
L’eco muto del mio riflesso, riporta
silenzi e pensieri, sbiaditi dal tempo e dalle
intemperie, come cenci logori.
Non comprendo chi ero, è solo un istinto
antico incancellabile che mi riconduce
al superato io, felice forse.
Sento muoversi dal pozzo infinito un passato
di nuvole tempestose
cariche di ormonali ricordi d’amori interrotti,
di esperienze mitologiche vissute sull’orlo
dell’incredulità e della bellezza divina.
Avevo un io appena sbocciato ed avvinghiato alla vita
con lo slancio dell’incoscienza e della non
consapevolezza, che frugava allegramente
nei miracoli dell’esistenza. La vecchia Signora
vagava ma conquistava gli altri, io non la guardavo
lei non mi guardava. Il tempo era la mia arma nascosta,
non sarebbe mai finito.
Avrei vissuto per sempre.
BD
Roma, 7 marzo 2019
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