Mentre aspetto che ritorni_RZ

Dedicatissima…


Mentre aspetto il tuo ritorno
Metto in ordine le idee
Non so davvero in quale fortunato giorno
Da quella porta spunterai
Ho aggiustato il lavandino
E lo stereo finalmente va
Sono un uomo pieno di risorse in fondo
La vita mi conosce già
Sono qui che ti aspetto
Perché ho voglia di vincere
Non c’è altro che vorrei
Rincontrare gli occhi tuoi
Cancellarmi e rinascere
Ovunque sei
Ti mancherà la mia complicità
Ovunque sei
Qualunque faccia mi somiglierà
Ovunque sei
Ti impegnerai per non amarmi più
Testardo io
Che quella fede non l’ho persa mai
Accetterò da te qualunque verità
Sarà come la prima volta
Impacciato starò lì
Cercando di strapparti una risposta
Un meraviglioso “si”
Ogni amore ha i suoi tarli
Ogni storia ha i suoi limiti
Resistenze non farò
Se destino accetterò
Anche il rischio di perderti
Ovunque sei
Di maledirmi non stancarti mai
Quello che vuoi
Ma questo cuore sanguina lo sai
Vigliacchi noi
Ci consegnamo a questa realtà
Vivremo poi
Con questo dubbio per l’eternità
Svegliarmi dovrei
La casa è aperta torna quando vuoi
Mi trovi qui
Perché non voglio perderti così
Mille altre volte ricomincerei
Ancora ti perdonerei
La voglia c’è
È sempre viva questa nostalgia
Di te
Ovunque sei
Mi manchi…

Bottega109, le sue rime e la mia emozione

Nasce tutto da una scoppiettante Poesia di Bottega109, Burlesque, alla quale ho risposto (per puro gioco che sottintende stima e rispetto) con una poesiola rimata

se qui si rima
io son pronta
un gesto di stima
che non tramonta

baciata o alternata
la rima è amata
se dice il vero
a muso altero

e tu l’hai fatto
hai verbato realtà
prendo atto
della tua lealtà

nei suo confronti
e senza sconti
il vero va detto
e che sia benedetto

E Bottega109 che fa? mi dedica una Poesia che mi ha strappato il cuore, lo ha centrato di netto con un sol colpo!

Ma scherzi, suadente pensiero,
nessun perdono devo soffiare,
delle tue rime son prigioniero,
come pagliuzza da far navigare.
Portami a riva, o mia capitana,
dove lo spasso sia mia filigrana,
dove il sole possa ora brillare,
senza ansia, il giocoliere allietare.
Tue le parole, o mio salvagente,
di notte, di giorno, acquieti la mente,
mostri il pensiero che porta emozione,
il soffice impasto, il prelibato boccone.
E allora sussurro, altrove o qui,
come potrei far a meno di B.

Non aggiungo altro, se non la mia tenera gratitudine.

BD

Aznio 21 marzo 2021

“L’uomo e il mare” di C. Baudelaire

Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell’infinito svolgersi dell’onda
l’anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l’abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d’ogni vostro
segreto. Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate
fra voi, talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!

Ahimè! Ah vita! di Walt Whitman

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene
di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre –
Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta

Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.

Ottocento di De André

Cantami di questo tempo
L’astio e il malcontento
Di chi è sottovento
E non vuol sentir l’odore
Di questo motore
Che ci porta avanti
Quasi tutti quanti
Maschi, femmine e cantanti
Su un tappeto di contanti
Nel cielo blu
Figlia della mia famiglia
Sei la meraviglia
Già matura e ancora pura
Come la verdura di papà
Figlio bello e audace
Bronzo di Versace
Figlio sempre più capace
Di giocare in borsa
Di stuprare in corsa
E tu, moglie
Dalle larghe maglie
Dalle molte voglie
Esperta di anticaglie
Scatole d’argento ti regalerò
Ottocento
Novecento
Millecinquecento scatole d’argento
Fine Settecento ti regalerò
Quanti pezzi di ricambio
Quante meraviglie
Quanti articoli di scambio
Quante belle figlie da sposar
E quante belle valvole e pistoni
Fegati e polmoni
E quante belle biglie a rotolar
E quante belle triglie nel mar
Figlio figlio
Povero figlio
Eri bello, bianco e vermiglio
Quale intruglio
Ti ha perduto
Nel Naviglio
Figlio figlio
Unico sbaglio
Annegato come un coniglio
Per ferirmi
Pugnalarmi nell’orgoglio
A me a me
Che ti trattavo
Come un figlio
Povero me
Domani andrà meglio
Eine kleine Pinzimonie
Wunder Matrimonie
Krauten und Erbeeren
Und Patellen und Arsellen
Fischen Zanzibar
Und einige Krapfen
Früer vor schlafen
Und erwachen mit der Walzer
Und Alka-Seltzer für
Dimenticar
Quanti pezzi di ricambio
Quante meraviglie
Quanti articoli di scambio
Quante belle figlie da giocar
E quante belle valvole e pistoni
Fegati e polmoni
E quante belle biglie a rotolar
E quante belle triglie nel mar

-1 alla Giornata della memoria – “Auschwitz” di Guccini

Son morto ch’ero bambino
son morto con altri cento
passato per il camino
e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz c’era la neve
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano non ho imparato
a sorridere qui nel vento.

Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.

-2 alla Giornata della memoria – “L’appello del mattino” di Krystyna Zywulska

Il sole sorge sul campo di Auschwitz,
splendente di un bagliore roseo
stiamo tutti in fila, giovani e vecchi,
mentre nel cielo scompaiono le stelle.
Ogni mattino stiamo qui per l’appello
Ogni giorno, con la pioggia o con il sole
sui nostri volti sono dipinti
dolore, disperazione, tormento.
Forse proprio ora, in queste ore grigie,
a casa mia piange un bambino
forse mia madre sta pensando a me…
La potrò mai rivedere?
In questo momento è bello sognare ad occhi aperti,
forse proprio ora il mio innamorato mi pensa
Ma, Dio non voglia, se
andassero a prendere anche lui?
Come su uno schermo argentato
l’azione continua splendida
poco lontano arriva qualcuno
in una limousine nuova e brillante.
Scendono con lentezza e con grazia,
le “Aufseherinnen”  indossano abiti blu.
Ci trasformiamo immediatamente in pilastri di sale,
numeri, nullità inanimate.

Ci contano con arroganza sprezzante
loro, la razza più nobile
sono i tedeschi, la nuova avanguardia
che conta la marmaglia a strisce, senza volto.
All’improvviso, come per una scossa elettrica, rabbrividiamo
al pensiero che simile a un razzo ci balena in testa
costei deve essere anche una moglie o una madre
una donna… E anche io sono una donna…
La pellicola sensazionale si svolge lentamente
“Achtung!” Sistemare la fila!
Questo è un momento davvero speciale,
si avvicina il “Lagerkommandant”.
È possibile che il mondo sia tanto pericoloso?
Un fischio e, in un attimo, il silenzio
fra di noi pronunciamo una preghiera quieta
ma c’è qualcuno che ci può sentire?
Il sole è di nuovo alto nel cielo, brillanti e rosei sono
i suoi raggi. O Dio caro, ti chiediamo
arriveranno giorni migliori?

-3 alla Giornata della Memoria – “La farfalla” di Pavel Friedman

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!

L’ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.