braci ardenti

ballo a piedi nudi
sulle braci ardenti
mi brucio a carne viva
mi fondo e mi confondo
al dolore non mi oppongo
perché dalla merda
che feconda la terra
spuntano fiori possenti
al tempo resistenti
altro non so dire
che di mani sporche
di lingue pungenti
se l’esistenza sputa dolore
non resta che aprire l’ombrello
e continuare a camminare
verso un orizzonte
che mai conquisteremo

Madre paffuta

Un cappuccino

con una montagna di schiuma

Un cornetto alla crema

Difronte solo il mare

Con un sole neonato

Un tavolo per due

Che condivido con me stessa

Alla fine una sigaretta che brucia

Con il favore della brezza

E la solitudine è vita che

Ti abbraccia dolce

Come una madre paffuta.

BD

Anzio 29 giugno 2020

Un gioco maledetto

È un gioco maledetto

di silenzio e parole.

Nel silenzio parlo

e nello sproloquio svuoto.

Oscillo e non mi fermo.

L’entropia mi coglie

bambina sul piano inclinato

della vita, scivolo lenta.

Rido e mi diverto,

senza dolori senza ragioni.

Mi inzuppo di liquidi umani.

Il traguardo

un gelato panna e cioccolato

da gustare per l’eternità.

BD

Anzio 26 giugno 2020

L’onda che va e viene

Passeggio sull’arenile,

raccolgo conchiglie

e parlo di me stessa

all’onda che va e viene.

Anch’io ascolto

la sua languida malinconia

che parla d’armonie infinite

e di destini non compiuti.

Poi la guardo allontanarsi,

ritornare in mare aperto, all’origine,

e mi stringo alla mia pelle,

libera di esistere

in una lieve giornata d’estate.

BD

Anzio 25 giugno 2020

Di questa luna stasera

Di questa luna stasera

un mezzo spicchio per uno,

dalle tue labbra lo prenderò e

la mia metà avrà

il profumo della tua pelle e

la dolcezza dele tue labbra.

Sotto la coperta del cielo nascosti

il destino ci scoprirà amanti

e fino al mattino sarà amplesso

il nostro vino rosso.

All’eternità il nostro tempio

a cui ritorneremo adoranti

quando la vita ci risveglierà.

BD

Anzio 24 giugno 2020

I peli sulle gambe

moine e sorrisetti
disponibili
per un immaginario
squallido e voglioso

la bellezza delle donne
fiore che sboccia ad ogni stagione
nudo nelle calde notte estive
stratificato nelle fredde sere d’inverno

siamo i nostri peli sulle gambe
i nostri capelli sconvolti al mattino
gli occhi pieni di sonno al risveglio
sbadiglio la sera

parolacce e oscenità
rabbia furiosa e intima dolcezza
perseveranza nell’amore
libertà di andare

con i fianchi tondi pronti a accogliere
con le gambe strette per rifiutare
con le nostre pulsioni animali
con i nostri istinti divini

siamo odore di primavera
rinascita e vita
odore di zolfo
morte e abbandono

Abbiamo mani per lavorare
carezze da donare
cazzotti per combattere
resistenza e caparbietà

Abbiamo gambe robuste
per fuggire e per tornare
per stare dritte controvento
per non arrendersi in salita

Come la marea
tra il niente e il tutto
profumiamo di mare e
brilliamo di luce propria.

BD

Anzio 24 giugno 2020



Mi fermo.

mi fermo.
sono senza carne e sangue
le mie parole,
l’urgenza di vivere
l’urgenza di dire
mi risucchia.
la mia penna sbeccata
non ferisce e non ammalia,
è finito l’inchiostro nero
è carta bagnata la mia anima.
Che inutile invenzione
la speranza, solo gli sciocchi
e i disperati la invocano.
Che stupido riflesso il pianto
che non alimenta la terra
ma commisera noi stessi.
Mi asciugo e mi bagno
sotto il sole e a capo scoperto aspettando la pioggia,
questo è il senso di verità
che cerco e non trovo.
Mi sporco e mi mondo
a mani nude nella terra e spoglia nell’acqua,
la certezza d’essere che ingurgito.
Inezie forse, nell’unicità del loro valore,
elucubrazioni di chi ha troppo da perdere
ma niente vuole guadagnare.

BD

Anzio 23 giugno 2020

Non ci fa paura

non ci fa paura il destino e la sua indifferenza
che miete esistenze pronte per la macina.

Che sia vento di tempesta
pioggia d’uranio impoverito
plastica nello stomaco
fumo dei roghi tossici
pasticche o acidi
noi ci siamo.

Alessitimici e anarchici,
miseramente sconvolti,
vomitiamo universi confusi e stratificati
persino incollati tra loro.

Con le mani tremanti ricamiamo entropie d’essere,
ignari e strafottenti ce ne fottiamo
che il fango di cui siamo impastati
ben presto a sé ci richiamerà
per continuare ad alimentare
il bordello infame di questa vita.

BD

Anzio, 22 giugno 2020

Intravedo

intravedo
bagliori e tremori
di luci lontane.
sono memorie sfumate
di un ego parallelo
che non dimentico
ma non riconosco.
che l’autenticità
sia presente
è la debole certezza
della cruna macroscopica
di ago infinitesimale.
si diventa ciechi
col passare del tempo
e i fili sfilati
non rammendano e
non ricamano.
Tenera delusione
l’avanzare degli anni,
come una barzelletta
raccontata male!

BD

Anzio, 21 giugno 2020